giovedì 5 dicembre 2013

Scrivo.

Scrivo, principalmente, perché la mia salute mentale lo richiede.
Scrivo perché le mie dita hanno bisogno di premere tasti a ripetizione, per non congelarsi anche a ferragosto.
Scrivo perché è quello che so fare meglio. Il che, la dice lunga sul resto delle mie abilità.
Scrivo perché prima di addormentarmi, immagino storie, invento personaggi, costruisco conversazioni che avvengono tra gente mai esistita, escogito situazioni ed eventi in cui io mai mi troverò.
Scrivo perché la mia vita non mi basta. Voglio vivere le vite anche dei miei personaggi.
Scrivo perché se no mi dimentico le cose. Tipo, i vicini mi devono ancora dieci euro per le ripetizioni che ho dato al figlio. Me li devono da due anni, ormai, e io non me lo sarei mai ricordata se non l'avessi scritto su un post it.
Scrivo perché un giorno mia madre, rispondendo a una domanda di quei test sulla personalità che trovi nell'enigmistica, disse che, per una donna, guadagnarsi da vivere attraverso il lavoro della propria mente, sarebbe il massimo dell'emancipazione. Non so se lo pensa ancora, ma io si. Non ho mai dimenticato le sue parole.
Scrivo perché non so parlare in pubblico. Cioè, so parlare in pubblico, è l'imbarazzo che mi frega, e le guance bordeaux. Non sto scherzando. É una malattia seria, si chiama eritrofobia. E si, baso le mie conoscenze mediche su Grey's Anatomy e Google.
Scrivo perché odio telefonare. Quindi grazie Whatsapp!
Scrivo per lo stesso motivo per cui mi piace leggere. Navigare con la fantasia. E andare molto, molto lontano.
Scrivo perché è quello che vorrei fare nella vita. Ma non l'ho mai detto a nessuno, al massimo l'ho scritto.